La valutazione del drop-out in un campione di terapeuti

Giulia Paradisi1, Rosario Capo1-2, Marco Saettoni1-2, Andrea Gragnani 1-2
Affiliazioni:1 Associazione di Psicologia Cognitiva, Roma; 2 Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC), Roma e Grosseto

Abstract: Lo scopo di questo studio è quello di approfondire il fenomeno del drop-out e i vissuti dei terapeuti che si trovano di fronte alla “sedia vuota” di un paziente che interrompe prematuramente la terapia. Il presente studio si focalizza sulle riflessioni di psicologi e psicoterapeuti su casi di interruzione non concordata di trattamento e, nello specifico, il modo in cui tali figure professionali interpretano questi casi, cosa ritengono di avere imparato professionalmente da essi, in che modo l’interpretazione del drop-out possa influenzare il loro successivo lavoro terapeutico e, indirettamente, quali possono essere gli errori più frequenti per cercare di evitarli e soprattutto come utilizzare terapeuticamente quella quota che resta comunque ineliminabile a partire dalla nostra esperienza clinica (Lorenzini & Scarinci, 2010). I dati dello studio sono stati raccolti utilizzando una intervista semi-strutturata; questo strumento di indagine è la risultante delle tematiche emerse dalla letteratura sull’argomento ed è stato messo a punto da A. Piselli presso l’Università del Massachusetts (2010). Nel presente studio l’intervista utilizzata è stata prima tradotta in lingua italiana e successivamente somministrata al campione di terapeuti.

Key Words: Drop-out, alleanza terapeutica, vissuti, paziente, terapeuta, burnout, intervista semi-strutturata

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Un modello cognitivo del Disturbo di Panico e dell’Agorafobia: aspetti psicopatologici e linee di intervento

Andrea Gragnani 1-2, Giulia Paradisi2, Francesco Mancini1-2 Affiliazioni: 1 Associazione di Psicologia Cognitiva, Roma; 2 Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC), Roma e Grosseto

Abstract: Lo scopo di questo articolo risiede nel presentare un perfezionamento del modello cognitivista del Disturbo di Panico, in particolare quello di Clark, che nonostante abbia conseguito negli anni robuste prove empiriche e cliniche a supporto, considera l’agorafobia esclusivamente come una sottoclasse di evitamenti del Disturbo di Panico. Il nostro modello si propone di superare i limiti esplicativi del modello classico e prevede la presenza di una specifica classe di sensazioni temute dall’agorafobico, quelle legate all’indebolimento del senso di sé ed una peculiare valutazione catastrofica delle stesse. Essa si manifesta apparentemente sotto forma di timori di morte ed impazzimento, ma sarebbe riconducibile al timore relativo alla perdita di controllo percepita come dissolvimento definitivo e irrecuperabile del senso di sé. Accanto alla descrizione degli elementi intrapsichici ed interpersonali favorenti lo scompenso, il mantenimento e il trattamento del disturbo, è stata data una particolare enfasi alla spiegazione dei fattori di vulnerabilità che incidono sulla sua insorgenza.

Key Words:Disturbo di Panico, Agorafobia, terapia cognitiva, esposizione enterocettiva

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stefania