Che cos’è e come si manifesta
L’anoressia nervosa è un disturbo alimentare caratterizzato dal rifiuto di mangiare e da una notevole perdita di peso, arrivando al di sotto dell’85% del peso corporeo rispetto a quanto previsto per età, sesso e statura, a cui si lega il costante timore di poter ingrassare.
Uno dei vissuti maggiormente angoscianti per le persone con tale disturbo è legato all’errata percezione del proprio corpo, vissuto costantemente come inadeguato; la valutazione di se stessi e la propria autostima sono incentrati in modo predominante o esclusivo sulla propria capacità di controllare il peso/forma del corpo e l’alimentazione. Ogni fallimento in questo senso è seguito da senso di colpa, autocritiche e svalutazioni che portano ad intensificare le condotte patologiche legate al disturbo.
La continua attenzione sulla forma e il peso del corpo condizionano tutta l’esistenza e il comportamento di questi individui, danneggiando in modo significativo sia la salute fisica che il funzionamento psicologico e sociale di chi ne soffre.
Per evitare di ingrassare, chi soffre di anoressia nervosa attua tutta una serie di accorgimenti tipici quali seguire una dieta ferrea, fare esercizio fisico in maniera eccessiva, indursi vomito etc. La perdita di peso, inoltre, si può accompagnare a problemi fisici derivanti dall’inadeguata alimentazione che possono portare ad una serie di complicanze mediche. Spesso le persone hanno gravi difficoltà sia nei rapporti amicali poiché evitano situazioni sociali, in particolare quelle legate al mangiare, sia nei rapporti familiari, spesso caratterizzati da liti e conflitti. Si possono presentare anche problemi in ambito scolastico e lavorativo legate alla difficoltà di concentrarsi, che vanno ad incidere in maniera negativa sulla valutazione di sé. Con l’aumento della perdita di peso, infatti, la concentrazione, la memoria e la capacità di giudizio critico diminuiscono, mentre si accentuano sempre di più le emozioni negative, l’iperattività, l’irritabilità, l’asocialità e i disturbi del sonno. Nei casi in cui vi è una evoluzione cronica, o comunque una perdita di peso superiore al 25%, e/o complicazioni mediche è necessario il ricovero ospedaliero. Tale disturbo è, quindi, caratterizzato da un’anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo accompagnata da una persistente perdita della capacità di valutare la gravità dell’attuale perdita di peso.
Si identificano due sottotipi:
– Con Restrizioni durante gli ultimi tre mesi
– Con Abbuffate/Condotte di Eliminazione durante gli ultimi tre mesi.
Trattamento
La terapia cognitivo-comportamentale mira a modificare il nucleo psicopatologico centrale del disturbo, ossia l’eccessiva importanza attribuita alla forma/peso del corpo e al controllo dell’alimentazione nella valutazione della propria adeguatezza, promuovendo l’importanza di altri domini di valutazione nella stima del proprio valore personale. Scopo del trattamento è quello di ampliare la definizione di sé, migliorare i rapporti interpersonali e aiutare le persone a imparare a gestire il sintomo e sostituirlo con comportamenti più funzionali, oltre che identificare alcune modalità di pensiero patologiche che influenzano e mantengono il disturbo.
L’intervento si struttura in 4 fasi: una prima fase finalizzata a normalizzare il peso, aiutare i soggetti a distanziarsi dal problema e abbandonare le condotte disfunzionali di mantenimento del problema; una seconda fase volta a stabilizzare i cambiamenti e ad identificare le eventuali difficoltà; una terza fase in cui viene affrontato il nucleo centrale del problema ampliando i domini di valutazione di sé; un’ultima fase incentrata sulla prevenzione delle ricadute e il mantenimento dei risultati ottenuti.
Per sapere di più sull’argomento
American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore