di
Lisa Lari e Stefania Iazzetta
L’alternarsi delle fasi eccitatorie e depressive, tipico del Disturbo Bipolare (DB), porta con sé una serie di trasformazioni sul piano delle energie, dei comportamenti e degli stati emotivi. Durante un periodo di salita dell’umore, si assiste a numerosi cambiamenti che comportano un incremento delle energie, una riduzione delle ore di sonno, una disorganizzazione della condotta alimentare (l’appetito è aumentato o ridotto), un aumento della spinta sessuale. Inoltre, la persona tende a comportarsi in modo diverso, ad esempio è molto attiva, si ingaggia in numerosi progetti e diviene quindi scarsamente produttiva, si coinvolge in attività ludiche o pericolose, esce molto e sente il desiderio di conoscere nuove persone. E ancora, l’abbigliamento è vistoso, la mimica è mutevole, l’eloquio diviene concitato e senza pause. L’assetto emotivo è caratterizzato da intensa allegria, vivacità e assertività che si possono tramutare anche in irritabilità e aggressività.
Se durante una fase eccitatoria la persona ha un’energia fisica “esagerata”, si ingaggia in molte attività e si sente euforica, durante un periodo depressivo, al contrario, va incontro ad una gamma di cambiamenti opposti: ll’individuo è rallentato, senza energie, si affatica facilmente, tende a mangiare di più, ha un calo della libido e una perdita di interesse e di spinta verso l’attività sessuale. Il sonno è alterato e non è ristoratore. Tende a rimanere ritirato, non inizia alcuna attività, è carente di progetti. Parla poco e con difficoltà, l’aspetto è trascurato, la mimica è ridotta e senza vivacità, l’espressione del volto è sofferente e denota intensa tristezza, disperazione e delusione, senso di colpa e rabbia.
I cambiamenti che precedono e seguono queste oscillazioni dell’umore riguardano anche i pensieri e le credenze delle persone che soffrono di questo disturbo. Nelle fasi eccitatorie, i pensieri corrono veloci, così veloci che, in alcuni momenti, anche la persona stessa non riesce a seguirli e ad organizzarli in modo adeguato. Il contenuto di questi pensieri è caratterizzato da una sproporzionata fiducia in sé e da una ipervalutazione delle proprie capacità tanto che l’autostima aumenta esponenzialmente. Le idee che frequentemente irrompono nella mente della persona possono essere: “sono grandioso”, “sono super competente”, “sono forte e invincibile”, “ho un immenso fascino e farò colpo su tutti”.
Al contrario, durante i periodi di calo dell’umore, si assiste ad un rallentamento del flusso ideico, ad una riduzione della capacità di associazione delle idee e di ragionamento. I contenuti ideativi sono permeati da profonda autosvalutazione e si caratterizzano per costanti pessimismo e sfiducia, si ha una visione negativa di sé, del mondo e del futuro. Le persone vengono quindi sopraffatte da pensieri negativi quali ad esempio: “sono un fallito e non ho più chances”, “sono un incompetente inutile”, “sono debole e vulnerabile”, “gli altri mi rifiuteranno perché vedranno quanto sono una persona senza senso”.
Questi pensieri possono comparire automaticamente e in modo involontario, agli occhi della persona sembrano plausibili ed hanno un’alta carica di disfunzionalità. Mentre le credenze tipiche delle fasi depressive riflettono i temi della perdita che si ripercuote su più livelli (sull’idea che la persona ha di se stessa, sulla propria vitalità, sulle capacità personali, sul progetto di vita in generale, etc.), le assunzioni relative ai periodi di salita dell’umore enfatizzano opportunità illimitate, eccitamento e competenze particolari, ad esempio: “posso fare qualsiasi cosa”, “posso tollerare tutto” e “sono irresistibile per gli altri”
Queste trasformazioni a cui la persona che soffre di DB va incontro possono essere cicliche, ricorrenti e invalidanti con una conseguente perdita dell’equilibrio psico-fisico e un incremento della sofferenza psicologica. Per questo motivo, possono compromettere in modo significativo il funzionamento del soggetto, soprattutto quando questo non riceve un adeguato trattamento.
Per ridurre l’impatto di questi importanti cambiamenti ma anche per prevenirli, è opportuno che l’individuo intraprenda un percorso di cura combinato che comprenda la terapia farmacologica ad hoc, la psicoeducazione e la psicoterapia cognitivo comportamentale.
BIBLIOGRAFIA
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