di
Pamela Calussi
La gelosia tra fratelli: un’emozione che aiuta a crescere
“Teddy era un orsetto molto carino, aveva un musetto dolcissimo, tutto bruno con una macchia di
pelo chiara intorno agli occhi che lo rendeva ancora più simpatico. Viveva in una grande casa con la sua famiglia, ed era il primo di sette fratelli. Prima della loro nascita, tutte le attenzioni erano solo per lui: la mamma lo accudiva e lo riempiva di coccole, mentre con il papà si divertiva a giocare ed andare a pesca nel weekend. Ma poi cominciarono ad arrivare i fratellini, tre orsetti e tre orsette che, uno dopo l’altro, lo spodestarono dal trono di figlio unico. Naturalmente le attenzioni della mamma e del papà non poterono più essere concentrate solo su di lui, ma si rivolsero anche verso gli altri cuccioli di casa. All’inizio non fu facile per il piccolo Teddy accettare che la mamma e il papà volessero bene allo stesso modo anche agli altri fratellini e che non potessero dedicarsi solo al lui.[…] A poco a poco Teddy si accorse di voler bene anche lui ai suoi simpatici fratellini: in fondo aveva dei compagni con cui giocare e dei teneri cuccioli da coccolare. Si rese conto che era molto bello far parte di una grande famiglia dove si aveva sempre qualcuno con cui giocare e dei teneri cuccioli da coccolare. Si rese conto che era molto bello far parte di una grande famiglia dove si aveva sempre qualcuno con cui chiacchierare e divertirsi e non si era mai, mai soli. Ogni giorno che passava voleva loro sempre più bene, e ormai pensava che fosse una gran fortuna non essere più figlio unico e avere così tanti compagni di giochi e di avventure”.
Questa storia, tratta dal libro “Emozioni in fiaba”, descrive bene i sentimenti, a volte anche contrastanti, che possono provare i bambini nei confronti dei fratelli e sorelle.
La gelosia tra fratelli è un’emozione normale, ed esprime il timore di perdere l’esclusività dell’amore dei genitori (nel caso di una nuova nascita) o il desiderio di avere l’esclusività delle attenzioni di mamma o papà. Solitamente soffrono maggiormente di gelosia i primogeniti, in quanto hanno sperimentato l’esclusività del rapporto con i genitori, ma anche nei secondogeniti, pur essendo abituati da sempre a “dividere” l’amore e le attenzioni dei familiari, può essere presente questo sentimento.
Tra fratelli sono abbastanza tipiche le espressioni di gelosia, che spesso portano a conflitti, litigi, manifestazioni intense di rabbia, tristezza o di chiusura. Così come avviene per altre emozioni e per alcuni comportamenti, ancora una volta la famiglia è la palestra di vita per eccellenza: è all’interno degli scambi con i genitori e con i fratelli che i bambini imparano a gestire, tollerare e far fronte a situazioni più o meno stressanti; così, imparare a gestire il sentimento di gelosia e i conflitti che ne conseguono, con il supporto di un adulto capace di validare emotivamente il bambino, aiuterà il bambino ad acquisire competenze sociali che lo aiuteranno nelle future relazioni. In questo caso, il rapporto tra fratelli può fungere da “palestra emotiva” in cui acquisire e costruire le basi per la competenza sociale (Di Pietro).
Quali sono i segnali da osservare?
La gelosia è un’emozione complessa, al cui “interno” possiamo trovare paura (di perdere l’affetto), rabbia (nei confronti del rivale), ma anche tristezza (per la perdita sperimentata o immaginata). Questa emozione ci accompagna fin dall’infanzia, in cui sperimentiamo gelosia nei confronti dei genitori prima e per oggetti particolarmente significativi poi; crescendo possiamo provare gelosia in determinati contesti, come la scuola, il lavoro, o nel rapporto di coppia: si può essere gelosi di un partner, di un fratello, di un amico, ma anche di oggetti (Castelfranchi,1988; Lombardo, 2017).
L’elemento fondamentale dell’emozione della gelosia è il possesso, o il desiderio di possedere qualcosa: ci si arrabbia perché si teme che ci venga tolto ciò che di diritto ci spetta, o si ha la percezione che una relazione importante o un oggetto siano minacciati da altri che ce la vogliono “portare via” (D’Urso, 2013).
Della gelosia sono complesse e variegate anche le sue manifestazioni, alcune più evidenti, altre più nascoste. Possono infatti esserci evidenti manifestazioni di rabbia, fatte di litigi, comportamenti aggressivi sia fisici che verbali, sia verso i genitori che verso i fratelli.
Piuttosto tipici, per esempio con l’arrivo di un fratellino, sono i comportamenti regressivi: il bambino può, nel tentativo di richiedere maggiori attenzioni da parte del genitore, tornare a chiedere il ciuccio o il pannolino (qualora queste competenze siano già acquisite da parte del primogenito), così come lamentarsi o chiedere più spesso di essere tenuto in braccio.
Il bambino può anche mettere in atto atteggiamenti di chiusura o isolamento, mostrare paure e insicurezze, o eccessiva dipendenza.
“Teddy aveva una grande passione per la musica, suonava la tromba ormai da tre anni….Era giunto il saggio di fine anno, e per la prima volta Teddy si sarebbe esibito davanti al pubblico; ci teneva veramente tanto e voleva che i suoi genitori e i suoi fratellini fossero presenti ad un evento tanto importante per lui….Ma un fratellino si sentì male, e i genitori non andarono al saggio […]. Teddy non voleva più tornare a casa, perchè era infuriato con tutta la sua famiglia! […] Da quel giorno Teddy non fu più il tenero e dolce orsetto di sempre, ma diventò scorbutico, scostante e antipatico…Dentro si sé era tanto arrabbiato, stava male e sentiva che nessuno lo poteva capire e aiutare; era arrivato alla conclusione che nessuno gli voleva veramente bene e che avrebbe dovuto affrontare la vita da solo. Un giorno la mamma decise di prendere il piccolo da parte e di cercare di capire che cosa gli stesse accadendo. Il piccolo rispose: “Che cosa vuoi? Che cosa ti interessa?Tanto tu non mi vuoi bene, vuoi bene solo ai miei fratelli e di me non ti interessa nulla!”.
Ancora una volta, l’orsetto Teddy ci mostra una reazione tipica di gelosia: inizialmente rabbia, poi reazioni di chiusura: prestare attenzione anche a questi atteggiamenti e riuscire a capire cosa c’è che non va è fondamentale, riconoscere la paura che il bimbo ha di poter non essere amato o considerato, vuol dire comprendere che il bambino sta attraversando un momento difficile e triste, e per questo va aiutato a superarlo senza colpevolizzarlo.
Cosa fare e cosa non fare? Alcuni suggerimenti pratici
In questi casi il bambino va rassicurato e compreso, dobbiamo saper accettare che la gelosia è un’emozione normale, e in quanto tale va espressa, così come tutte le altre emozioni negative: quello che può fare un genitore è far capire quali sono le reazioni sbagliate o eccessive, ed aiutarlo a esprimerle in modo corretto.
I bambini piccoli ancora non hanno raggiunto quella che viene chiamata una corretta competenza emotiva, ossia non sono ancora capaci di esprimere comprendere e riconoscere le proprie emozioni: di conseguenza, per loro è difficile gestire i propri sentimenti senza l’aiuto e il supporto dell’adulto.
È importante evitare di punirlo, perché potrebbe pensare di essere un bambino cattivo e che non ha il diritto di esprimere un disagio; dobbiamo invece cercare di accompagnarlo in un percorso di crescita che mira a renderlo da una parte consapevole dei sui stati emotivi, dall’altra capace di regolarli.
Nei casi di litigi e scontri tra fratelli, è importante aiutare i bambini a trovare altri modi risolutivi dei conflitti, aiutandoli a esprimere i loro bisogni senza ricorrere all’uso della “forza”: per questo motivo, è importante evitare di punire fisicamente i bambini, perché ne ricaveranno l’insegnamento che chi è più grande e più forte picchia di più e fa più male e riproporrà questo comportamento verso gli altri; è efficace invece stimolare il dialogo.
Per evitare che la gelosia aumenti, evitare di rimproverare solo uno dei fratelli, magari con “Tu devi capire perché sei più grande”: è dopotutto un bambino anche lui, e ha il diritto arrabbiarsi o reagire se il fratello minore si comporta male nei suoi confronti.
Può essere utile, per esempio nel caso di un nuovo arrivo, che i genitori riescano a ritagliarsi dei momenti speciali con il primogenito in maniera esclusiva, così che possa comprendere che se anche le abitudini sono cambiate, l’affetto di mamma e papà è rimasto lo stesso.
L’amore non si divide, si moltiplica!
Bibliografia
Arlati, V. (2010). Emozioni in fiaba. Aiutare i bambini ad accogliere e gestire la propria sfera emotiva. ed. Red!.
Castelfranchi, C. (1988). Che figura: emozioni e immagine sociale. Universale Paperbacks Il Mulino, Bologna.
Di Pietro, M., Dacomo, M. ” Ti odio” Gelosia e rivalità tra fratelli. http://www.educazione-emotiva.it/gelosia-rivalita.
D’Urso, V. (2013). Psicologia della gelosia e dell’invidia. Carocci ed.
Lombardo, C. (2017). Sei solo mio, o Della gelosia. http://www.psicoterapia-cognitiva.it/sei-solo-mio-o-della-gelosia/