“Finalmente ho smesso di fingere per un affetto irreale”
Quando si scrive un racconto non sappiamo mai dove possa portarci, il mio mi ha portato qua, in questa stanza difronte ad un uomo più giovane di me, che mi ascolta, che mi comprende, che ha avuto il compito di prendersi cura dei miei pensieri e delle mie emozioni, cosa che non aveva mai fatto nessuno prima di adesso.
Sono un uomo, un adulto, passata la soglia dei quarant’anni, non avrei nulla da lamentare apparentemente, ho un buon lavoro, una bella casa, una macchina costosa. Madre natura è stata generosa con me, sono sempre stato considerato molto piacente, sveglio e brillante; ho avuto molte storie, molte avventure, ma negli ultimi venti anni c’è sempre stato un peso dentro di me, qualcosa che non andasse bene, qualcosa che mi ha sempre fatto vergognare e odiare la stessa madre natura che mi aveva regalato tanti doni, per molto tempo ho avuto paura anche solo a pensare questa parola, figuriamoci a dirla o nominarla, sono omosessuale.
Scrivere questa testimonianza per me è stata una sfida, un traguardo e la concretizzazione che qualcosa in me è cambiato. Per gran parte della mia vita non ho fatto altro che nascondermi, fingere, temere, pesare parole o gesti, il primogenito di casa, l’orgoglio di mamma e papà, non poteva certo essere omosessuale; di certo non era concesso con un padre maschilista e una madre che sembrava uscita da una pubblicità americana degli anni cinquanta e così sono andato avanti, interpretando ruoli e personaggi che non mi appartenevano, rincorrendo un affetto e un’approvazione, che poi ho scoperto non sarebbe arrivata mai.
Tutto questo fino al giorno in cui ho deciso che non potevo più vivere così, in me era finita tutta la voglia e l’energia di andare avanti, mi sentivo senza senso, vuoto, privo di significato, la splendida vita che mi ero creato non aveva valore se non affrontavo tutto questo e da qua è partito il mio percorso….
Ricordo ancora i mille dubbi, la paura di essere giudicato, la preoccupazione che il mio fosse il terapeuta giusto, che fosse la strada adatta, e quanta fatica, quante lacrime che non avevo versato a suo tempo, quanti pensieri e emozioni non ancora comprese.
Il mio viaggio è stato lungo e ancora non si è concluso, ma una cosa è certa, grazie a questo la mia vita ha ripreso ad assumere un colore, un sapore, un’emozione, ho ritrovato il coraggio e la forza per riappropriarmi della mia esistenza, questa volta senza farmi condizionare dalle aspettative degli altri. Non è stata e non è certo una passeggiata, ma ne vale sicuramente la pena, il mio terapeuta ha fatto per me quello che i miei genitori non sono stati in grado di fare nella loro esistenza e ad oggi posso dire di essere tornato a vivere accettando e vivendo il mio orientamento sessuale; oggi posso dire guardando l’altra persona negli occhi “Sono gay”.