di
Francesca Batacchioli
15 marzo- Giornata mondiale della sensibilizzazione sui Disturbi del Comportamento Alimentare #10coloriamocidililla
Ai DCA – Disturbi del Comportamento Alimentare – è dedicata la Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla, che proprio quest’anno festeggia i 10 anni dal suo riconoscimento ufficiale da parte del Consiglio dei Ministri.
Ad un anno dall’inizio della pandemia Covid-19 la situazione è allarmante:
I disturbi dell’alimentazione (principalmente Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Binge Eating) hanno subito un incremento di gran lunga superiore al passato, presentano un esordio sempre più precoce tra i giovani e un’eziologia multifattoriale sempre più complessa.
Già nel periodo pre-pandemico, circa 3 milioni di persone in Italia soffrivano di questo tipo di disturbi. Stando alle informazioni fornite dal Ministero della Salute, l’aumento dei casi si attesta intorno al 30% tra i bambini e gli adolescenti. In forte aumento anche il tasso di aggravamento e/o ricaduta ed il numero dei decessi anche nella popolazione adulta.
La pandemia, situazione che per molti si configura come un evento stressante di vita, costituisce un potente fattore scatenante, oppure di aggravamento e/o ricaduta per questa tipologia i Disturbi, in quanto va ad incidere su un assetto composto da un insieme di fattori genetici, biologici e psicologici predisponenti.
Il perché dell’incremento
- Isolamento prolungato: La permanenza forzata in casa, la limitazione della libertà di svolgere le attività che normalmente possono far sentire l’individuo gratificato, sicuro e soddisfatto, la drastica riduzione delle possibilità di frequentare ambienti di socializzazione, la paura del contagio per sé stessi e per le persone care, hanno determinato un ingravescente ricorso al cibo come “conforto emotivo” o, al contrario, un’accresciuta preoccupazione per perdita di controllo sul cibo assunto e sulla possibilità di mantenere quel peso e quella forma fisica desiderati e rinforzati dai messaggi dei social media di cui le persone stanno facendo ampio uso.
- Minor possibilità di poter ricevere aiuto ed usufruire dei servizi sanitari: Nel corso di questa terza ondata, come durante le precedenti, all’aumento dei nuovi casi e all’aggravamento delle persone già affette da DCA prima della pandemia, ha corrisposto una ridotta capacità delle strutture sanitarie di poter fornire un adeguato aiuto. Le cliniche e i distretti sanitari, si sono trovati frequentemente costretti a ridurre, sospendere o spostare in modalità a distanza i trattamenti; le strutture ospedaliere, in questo periodo, spesso non possono effettuare il ricovero dei pazienti più gravi e ciò contribuisce all’aumento del rischio mortalità per questi disturbi.
- Comorbilità con altri quadri clinici: Per gli individui con disordini alimentari in comorbilità con altri quadri psicopatologici quali Disturbi dell’Umore, Disturbi d’asia, Disturbi Ossessivi, Disturbo da Stress Post-Traumatico, la maggiore frequenza di emozioni negative (rabbia, ansia, tristezza, noia) e di meccanismi di rimuginio e ruminazione legati all’incertezza, alla solitudine, alla frustrazione, si è verificata un’accentuazione della sofferenza con un conseguente aggravamento della manifestazione del disturbo alimentare.
Come correre ai ripari?
Cogliere i segnali
Sia per gli adulti, che per i bambini ed i ragazzi è importante, non trascurare:
- restrizioni drastiche nel regime alimentare o l’aumento di ingestione di grandi quantità di cibo che diventano sempre più evidenti
- un’eccessiva selettività per i cibi
- un’accresciuta e costante preoccupazione per il cibo o per attività relative al cibo (es: rituali ossessivi attorno alla preparazione e al consumo di cibo)
- un aumento delle lamentele rispetto alla propria forma fisica, il peso e l’aspetto
- cambiamenti di umore con irritabilità o chiusura di fronte ad argomenti che riguardano il cibo, la forma fisica, il movimento
- il ricorso a comportamenti di compenso come l’ingestione di diuretici e lassativi, il vomito autoindotto, l’eccessivo esercizio fisico
- un occultamento di scorte di cibo o una tendenza a mangiare in solitudine
Intervenire modificando comportamenti rischiosi o chiedendo aiuto:
Se non si riesce a ripristinare e mantenere una routine nell’alimentazione normale, di almeno 3 pasti equilibrati al giorno, dedicarsi normalmente agli impegni della scuola e del lavoro, agli hobby, ad una moderata dose di attività fisica, a ritagliarsi spazi di qualità con sé stessi (anche ricorrendo a tecniche meditative) è fondamentale riconoscere l’esistenza di una sofferenza che va affrontata, chiedendo un aiuto specialistico.
Scegliere trattamenti idonei e scientificamente validati
L’intervento più efficace per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione è quello multidisciplinare e integrato, in cui il paziente, in base alle proprie necessità, può essere seguito da un’equipe che comprende esperti nutrizionisti, psichiatri, psicoterapeuti o, all’occorrenza altre figure mediche specialiste. Il trattamento ambulatoriale è certamente preferibile poiché risulta meno impattante ed interferente con la vita quotidiana e relazionale del paziente. Nei casi più gravi, molto acuti, o in seguito ad insuccesso del trattamento ambulatoriale è necessario ricorrere a trattamenti più intensivi effettuati in regime di day-hospital o in regime di ricovero.
Fra i trattamenti psicoterapici, quello Cognitivo Comportamentale, in particolare l’Enhanced Cognitive Behavior Therapy ( CBT -E) risulta essere il trattamento d’elezione per la cura dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Una recente revisione sistematica degli studi, supporta l’efficacia della CBT-E anche come trattamento per gli adolescenti con disturbi alimentari (Dalle Grave R., Conti M., Sartirana M., Sermattei S., Calugi S., 2021); secondo tale revisione, ad esempio, emerge che due terzi dei pazienti con Anoressia Nervosa sembrano riuscire a mantenere un aumento significativo del percentile di BMI per età, miglioramenti significativi nei punteggi relativi ai disturbi alimentari e alla psicopatologia generale anche al follow up effettuato dopo un anno.
Per approfondimenti:
Dalle Grave, R (2020). Coronavirus Disease 2019 and Eating Disorders- What do people with eating disorders have to address during the pandemic? Psychology Today Posted Mar 21th, 2020
http://www.psicoterapia-cognitiva.it/1796-2/
https://onlineijedo.positivepress.net/articoli/10.32044/ijedo202101/