Che cos’è e come si manifesta
Fase depressiva: in questa fase gli individui possono descrivere il proprio umore come estremamente basso, triste, disperato, scoraggiato o “giù di corda”. La perdita d’interesse o piacere è quasi sempre presente: gli individui possono riferire di sentirsi meno interessati agli hobby, di “non curarsene più” o di non provare alcun piacere in attività precedentemente considerate gradevoli. Si riscontrano modificazioni del sonno (difficoltà di dormire oppure dormire troppo), dell’appetito (riduzione o aumento di esso) e dell’attività psicomotoria (agitazione o rallentamento), con una notevole riduzione dell’energia fisica e forte senso di affaticamento. Si è pervasi da senso di autosvalutazione e di colpa, emergono difficoltà nel pensare, concentrarsi o prendere decisioni. Possono presentarsi pensieri ricorrenti di morte o anche veri e propri piani per commettere il suicidio.
Fase maniacale e ipomaniacale: l’umore viene spesso descritto come euforico, eccessivamente allegro, di tono elevato, come di chi si sente al “settimo cielo” e, nei casi più gravi, i soggetti mostrano un illimitato e confuso entusiasmo per le interazioni interpersonali, sessuali o lavorative. Spesso l’umore predominante è irritabile piuttosto che elevato, in particolare quando i desideri degli individui vengono negati. Possono verificarsi rapidi cambiamenti di umore in un breve periodo di tempo e gli individui possono sperimentare una forte alternanza tra euforia, tristezza e irritabilità. Durante queste fasi, le persone possono ingaggiarsi in molteplici nuovi progetti che si sovrappongono e che frequentemente non vengono portati a termine. E’ tipicamente presente una autostima molto elevata, che va da una fiducia in se stessi priva di critica alla marcata grandiosità, che può raggiungere proporzioni deliranti con conseguente scollamento dalla realtà. Si verifica una riduzione del bisogno di sonno: gli individui possono dormire poco, se non per nulla, oppure possono svegliarsi diverse ore prima del solito, sentendosi riposati e pieni di energia. Il modo di parlare può essere rapido, pressante e difficile da interrompere. Spesso i pensieri viaggiano ad una velocità maggiore rispetto al normale e ci si distrae con grande facilità. L’espansività, l’eccessivo ottimismo, la grandiosità e lo scarso giudizio possono indurre i soggetti ad un imprudente coinvolgimento in attività come acquisti incontrollati, guida spericolata, investimenti finanziari avventati e una promiscuità sessuale insolita.
Oltre ai due poli descritti esistono altre due condizioni: in una può prevalere un umore di fondo maniacale o ipomaniacale nel quale emergono tinte depressive e, nell’altra, su un umore prevalentemente depresso, si manifestano anche sintomi di tipo maniacale o ipomaniacale. In questi casi si fa riferimento ad un umore con caratteristiche miste.
Nell’ambito del disturbo bipolare si possono distinguere vari livelli di gravità, che determinano un differente impatto sul funzionamento globale degli individui. Inoltre, considerata l’età precoce di insorgenza, il disturbo bipolare può compromette lo sviluppo sociale, educativo e professionale degli individui che ne soffrono ed è quindi opportuno che questa condizione venga riconosciuta tempestivamente e trattata in modo adeguato.
Trattamento
Nonostante l’impatto che questo disturbo può avere sul funzionamento individuale, numerosi studi in letteratura mostrano che tale condizione di sofferenza psicologica può essere curata attraverso un percorso psicoterapico ad hoc (psicoeducazione, Terapia Cognitivo-Comportamentale) alla quale potrebbe essere necessario abbinare una terapia farmacologica adeguata. Oltre alla psicoterapia individuale, si è rivelato efficace il trattamento psicoeducazionale di gruppo: si tratta di un intervento composito che associa la trasmissione di informazioni specifiche sul funzionamento del disturbo a un vero e proprio addestramento comportamentale. Non implica, quindi, la semplice educazione sul disturbo e sulle strategie di trattamento, quanto piuttosto un addestramento mirato all’acquisizione di specifiche abilità in modo da rendere il paziente consapevole della propria condizione di sofferenza. Per un efficace trattamento finalizzato alla prevenzione di ulteriori ricadute, è necessario che gli individui seguano in modo costante il percorso di cura disegnato dagli specialisti (psicoterapeuta e/o psichiatra), a seconda della gravità della sintomatologia presentata. In questo modo le persone possono acquisire in modo attivo gli strumenti necessari per portare avanti il loro progetto di vita, evitando così un possibile deterioramento nel loro funzionamento e nella qualità della vita in generale.
Per sapere di più sull’argomento
American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore
Saettoni M., 2003. 66 domande sui disturbi dell’umore. Fondazione Alvise Marotta Onlus. Edizioni Progetto cultura 2003 S.r.l.
Colom F., Vieta E., 2006. Manuale di psicoeducazione per il disturbo bipolare. Giovanni Fioriti Editore, Roma.
http://cognitivismo.com/2012/01/19/psicoeducazione-e-terapia-cognitivo-comportamentale-nel-disturbo-bipolare-alcune-esperienze/
http://www.apc.it/wp-content/uploads/2013/03/3-la-noia-nei-disturbi-dellumore-45-641.pdf
• Capire il disturbo bipolare – Allegria F., Leonardini P.P., Lombardo C., Milanese C., Rainone A. in Cognitivismo Clinico, vol. 5, n. 1, 2008.
• Farmacoterapia del disturbo bipolare – Saettoni M., Bartoletti P., in Cognitivismo Clinico, vol. 5, n. 1, 2008.
• La dimensione cognitiva dei disturbi dell’umore – Mancini F., Rainone A. in Trattato Italiano di Psichiatria, Terza Edizione, a cura di Cassano B.G., Tundo A., Elsevier Masson, 2008.
• I disturbi bipolari. Un’ipotesi cognitivista di comprensione – Rainone A., Mancini F., a cura di Perdighe C., Mancini F. – Giovanni Fioriti Ed., 2010.
• Quale ruolo per la psicoterapia nella cura del disturbo bipolare? La terapia Cognitivo-Comportamentale – Rainone A., Marras L., Chichierchia A., in Cognitivismo Clinico, vol. 5, n. 1, 2008.