Che cos’è e come si manifesta
La caratteristica fondamentale del disturbo da deficit di attenzione/iperattività (DDAI) è un persistente pattern di disattenzione e/o iperattività che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo. La disattenzione si manifesta a livello comportamentale come divagazione dal compito, mancanza di perseveranza, difficoltà a mantenere l’attenzione e disorganizzazione, e non è causata da un atteggiamento di sfida o da mancanza di comprensione. L’iperattività si riferisce a un’eccessiva attività motoria in momenti in cui non è appropriata, o a un eccessivo dimenarsi, a tamburellamenti o loquacità. L’impulsività si riferisce ad azioni affrettate che avvengono sul momento, senza premeditazione, e che hanno un alto potenziale di danno per l’individuo (per es., attraversare la strada senza guardare). L’impulsività può riflettere un desiderio di ricompensa immediata o un’incapacità di ritardare la gratificazione. Comportamenti impulsivi si manifestano come invadenza sociale (per es., interrompere gli altri in modo eccessivo) e/o con il prendere decisioni senza considerare le conseguenze a lungo termine (per es., accettare un lavoro senza informarsi adeguatamente).
Il DDAI inizia nell’infanzia, per fare diagnosi molti sintomi si devono manifestare prima dei 12 anni di età e questo trasmette l’importanza di un quadro clinico rilevante durante l’infanzia.
Le manifestazioni del disturbo devono essere presenti in più di un contesto (casa e scuola, lavoro). Molti genitori osservano inizialmente un’eccessiva attività motoria nei primi anni di vita del bambino, ma prima dei 4 anni i sintomi sono difficilmente distinguibili dai comportamenti che caratterizzano un bambino di quell’età. Il DDAI viene molto spesso identificato durante gli anni della scuola primaria, e la disattenzione diventa più preminente e invalidante.
Il disturbo è relativamente stabile durante la prima adolescenza, ma alcuni individui possono avere un decorso peggiore con lo sviluppo di comportamenti antisociali. In molti individui con DDAI, i sintomi dell’iperattività motoria diventano meno evidenti nell’adolescenza e in età adulta, ma persistono difficoltà legate a irrequietezza, disattenzione, scarsa pianificazione e impulsività.
Una percentuale rilevante di bambini con DDAI rimane relativamente compromessa in età adulta.
Trattamento
Per intervenire in modo significativo su tale disturbo è necessaria l’adozione di specifiche tecniche cognitivo-comportamentali a cui occorre affiancare interventi rivolti all’intera rete familiare e sociale per sostenere la motivazione al trattamento durante tutto il percorso terapeutico. Gli esperti concordano sulla necessità di intervenire, nei casi più gravi (in presenza di problemi di aggressività, nelle situazioni in cui la sintomatologia ADHD metta a dura prova l’equilibrio e la stabilità familiare, in caso di comorbilità con disturbi esternalizzanti, disturbi dell’apprendimento) attraverso l’adozione di un trattamento multimodale che preveda l’intervento psicosociale abbinato ad un controllo farmacologico. L’intervento si rivolge a più livelli: un intervento familiare che coinvolge i genitori, i fratelli e il nucleo più allargato; un intervento in ambito scolastico e un trattamento individuale con il bambino.
Per sapere di più sull’argomento
American Psychiatric Association, 2014. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Quinta edizione. DSM-5. Milano: Raffaello Cortina Editore.