di
Niccolò Varrucciu
Nel DSM-5 (APA, 2013) i Disturbi dello Spetro Autistico (DSA) sono stati collocati in un raggruppamento denominato ‘disturbi del neurosviluppo’, caratterizzato da insorgenza in età evolutiva e deficit di sviluppo che producono compromissioni del funzionamento personale, sociale, scolastico o occupazionale.
L’alta eterogeneità del quadro, dovuta in parte alla frequente comorbilità con la disabilità intellettiva, oltre che ai molti comportamenti problema, rende molto difficile individuare i disturbi psichiatrici, presenti anche in oltre il 50% dei casi.
La letteratura scientifica ha individuato nella gestione dei comportamenti problema, con o senza disturbo psichiatrico in associazione, una delle maggiori criticità.
Negli ultimi decenni il numero di persone con diagnosi di DSA è aumentato in modo significativo. Secondo il Centro Controllo per le Malattie (CDC, USA), il tasso di prevalenza dell’autismo è attualmente di 1 su 59. Il rapporto maschi/femmine è di 4:1; questa sovrarappresentanza maschile, dato molto contraddittorio, potrebbe essere determinata, almeno in parte, dalla mancata diagnosi delle donne con DSA ad alto funzionamento.
Dalla fine del 2019 un’ondata di un nuovo coronavirus è stata identificata come causa di un aumento significativo di polmoniti, prima a Wuhan e poi nel mondo: i Governi, per far fronte a questa emergenza hanno progressivamente introdotto misure sempre più restrittive, fino a una vera e propria limitazione della libertà personale.
Queste misure hanno stravolto le ROUTINE di tutte le persone, mettendo a dura prova la tolleranza e portando, in alcune situazioni, a vere e proprie “evasioni”.
In tutto questo caos, le persone con DSA, per cui la routine è elemento “essenziale”, stanno incontrando grandi difficoltà e sperimentando significativi livelli di sofferenza, legati proprio alla loro struttura bio-psicologica”. Vanno pertanto tutelate e i loro bisogni vanno garantiti.
Le persone con DSA possono presentare Comportamenti Problema nelle situazioni in cui vengono modificate le loro routine giornaliere o impedite le loro abitudini. Molti pazienti, con alti tassi di Deficit di Attenzione e Iperattività, sono ipercinetici e risulta davvero difficili tenerli in casa.
Altri, con rilevante componente sensoriale, eseguono rigidi rituali motori o attività, che assumono una funzione di regolazione.
Le famiglie riescono a gestire queste situazioni “ad alto rischio” implementando veri e propri programmi di attività fisica all’aperto, con frequenza quotidiana e grande intensità, o girando per la città con l’auto, spesso con tragitti preordinati.
L’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha già disposto regole chiare per tutte le persone con disabilità psichica o fisica, al fine di soddisfare quei bisogni che, alla luce della loro condizione, diventano “strettamente necessari”.
Di seguito la circolare:
In sostanza, le disposizioni prevedono che la persona con disabilità o con problemi fisici o psichici possa uscire per attività fisica o altre attività correlate alla propria condizione di salute, osservando le regole di distanziamento sociale.