di
Debora Pratesi
Le reazioni dei figli alla separazione dei genitori: il senso di colpa raccontato con l’aiuto di una storia.
L’evento della separazione è un tema molto attuale e rappresenta una grande preoccupazione per i membri della coppia che vuole separarsi quando sono presenti dei figli.
E’ molto frequente che madri e padri si rivolgano a degli specialisti per farsi aiutare a gestire la separazione dovendo preparare i figli a questo evento e per il timore che essi potrebbero avere delle conseguenze irreparabili.
E’ importante parlare della separazione ai figli nei tempi e con modalità che permettano loro di potersi in qualche modo “preparare” all’evento.
La separazione assume l’aspetto di un processo che necessita quindi di tempo e di varie tappe da attraversare che necessariamente andranno a scompensare l’equilibrio precedente, a inficiare la percezione del figlio di quell’ambiente rassicurante e abitudinario: l’evento della separazione assume così l’aspetto di una perdita.
“Pippo era uno scoiattolino piccolo piccolo, bellissimo, con le sue striature dorate e gli occhietti vispi e felici. Viveva con mamma e papà in una casetta su una quercia enorme, rigogliosa e ricca di ghiande, il cibo preferito di quella serena famigliola. Da quando Pippo aveva iniziato ad andare a scuola, mamma e papà lo accompagnavano tutti i giorni e lungo tutta la strada lui saltellava felice di fianco a loro, chiedendo il nome di tutte le piante, dei fiori e dei frutti che trovavano sul cammino, perché Pippo era uno scoiattolino curioso e gli piaceva tanto scoprire e imparare sempre cose nuove”.
Con bambini molto piccoli è sufficiente continuare a garantire loro la possibilità di stare con entrambi i genitori così che, col passare del tempo, il bambino apprenderà che il papà non dorme più con mamma e non vive più con lei, però c’è ancora, c’è sempre. Il genitore che non vive più con il figlio rimane affettuoso come prima, gioca, ascolta, scherza, solo che lo fa in un’altra casa. Generalmente i bambini al di sotto dei 3-4 anni si adattano in maniera naturale a queste nuove situazioni se l’ambiente rimane protetto da conflitti, anche in assenza di spiegazioni verbali.
Già dai 3-4 anni in avanti i bambini si rendono conto del reale cambiamento in modo naturale ma godono di una spiegazione formale da parte dei genitori rispetto all’evento che si andrà a verificare.
Va spiegato che mamma e babbo non desiderano più abitare nella stessa casa pur volendosi ancora bene. E’ necessario sottolineare ai figli che l’affetto che i genitori provano per lui rimarrà invariato, che entrambi ci saranno sempre e che può contare sulla loro disponibilità.
“Ma un brutto giorno, il papà lo chiamò e gli disse: <<Tesoro mio, mi spiace, ma io non posso più stare qua. Vedi quella bella quercia alta e possente? Bene, andrò a vivere là. È vicina e tu potrai venirmi a trovare quando vorrai!>>. Pippo rimase molto sorpreso da quello che il padre gli aveva annunciato. Inizialmente non capì bene quello che stava accadendo, era confuso. Con il passare dei giorni Pippo imparò che c’erano dei giorni di sola mamma e dei giorni di solo papà; stava un po’ con l’uno e un po’ con l’altro, ma non era felice di questa nuova situazione: quando era con la mamma, gli mancava il papà e quando era col papà, gli mancava la mamma”.
I genitori sono poi tenuti a mantenere le parole date e devono assolutamente evitare di mettere in cattiva luce l’altro genitore, tirare il bambino dalla propria parte per fare loro prendere le distanze dall’altro genitore. Queste rappresentano pressioni psicologiche che instaurerebbero nei figli sensazioni di condizionamento e di disagio andando a peggiorare il loro stato mentale.
“Inoltre, i genitori non lo accompagnavano più a scuola e lui si era convinto che tutto questo fosse accaduto per causa sua. Si ricordava infatti che poco prima che il papà se ne andasse da casa ne aveva combinata una delle sue e i genitori si erano arrabbiati moltissimo”.
In risposta, le reazioni dei figli sono variegate e dipendono molto dalla loro età. Spesso tali decisioni vengono vissute come ingiuste, con la tendenza a rifiutare l’evento, protestando e lamentandosi di fronte ai cambiamenti percepiti come negativi oppure di fronte all’assenza del genitore non più presente in casa. Oppure ritirandosi in sé stesso evitando l’argomento quanto possibile. I comportamenti da loro manifestati possono quindi essere esternalizzati o internalizzati: dalla rabbia, al pianto, alla paura e ansia per l’incertezza…..al silenzio e isolamento.
Non è infrequente che l’allontanamento di un genitore porti il significato fantastico al figlio di aver commesso qualcosa di cattivo e di essere quindi responsabili della separazione.
“Continuava a ripetere a se stesso: <<Sono stato così cattivo che mamma e papà hanno smesso di volermi bene; è per questo che il papà se ne è andato e che vivono separati, solo per questo, perché sono uno scoiattolino cattivo…>>”.
La conclusione a cui arrivano i figli se un genitore non è più con lui è che esso non gli voglia più bene.
“Era così triste e arrabbiato con se stesso che un giorno decise che doveva essere lui a trovare la soluzione di quel problema, doveva trovar il modo di far tornare insieme i suoi genitori. Alla fine, pensa che ti ripensa, concluse che, siccome era lui la causa di tutto, era lui che doveva andarsene. Senza di lui i genitori sarebbero tornati insieme, felici e contenti. Fu così che una mattina si svegliò così presto che il sole non era ancora spuntato all’orizzonte, raccolse uno zainetto con le cose che gli erano più care e partì. Camminò per giorni e giorni e nel fitto del bosco alla ricerca di un posticino carino dove potersi accampare. Gira e rigira, cerca e ricerca, finalmente Pippo trovò una quercia alta e possente, rigogliosa e ricca di ghiande, che tanto gli ricordava quella in cui aveva vissuto fino a poco tempo prima con mamma e papà. Si accampò, mise a posto tutte le sue cose, mangiò qualche ghianda per placare i morsi della fame e si appisolò, triste e solo, ma sempre più convinto che quello fosse l’unico modo per far sì che i suoi genitori potessero ritornare a essere felici. Era talmente stanco per tutto quel camminare che no si accorse di essersi sdraiato proprio sopra a un formicaio che si trovava ai piedi dell’albero. Fu svegliato di soprassalto da una formichina che gli urlava nelle orecchi: <<Ehi, tu! Come ti permetti di rovinare la nostra casa?? Chi sei tu per venire qui a fare i tuoi comodi??>> Pippo, preso alla sprovvista e intimorito da quella vocina minacciosa, rispose timidamente:<<Sono Pippo, scusa formichina, ero così stanco e triste che no mi sono accorto della vostra presenza…Siete così piccole voi formiche….>>. La formichina, che in fondo era buona e comprensiva, sentite le parole del piccolo scoiattolino, si preoccupò e chiese come mai era tutto solo nel bosco. Allora Pippo raccontò alla formichina la sua storia: <<Sai formichina, sono solo e triste perché mia mamma e mio papà non vivono più insieme per causa mia…sono stato così cattivo che mio papà se ne è andato di casa, allora ho pensato che se invece me ne fossi andato io loro avrebbero potuto tornare a vivere insieme, e tornare a essere felici, senza di me>>”.
È doveroso specificare che questa nuova condizione è solo per decisione dei genitori, che il figlio non c’entra niente, niente di tutto ciò è causato da lui ma dal volere dei suoi genitori che continueranno a volersi bene anche se non vivranno più nella stessa casa.
“La formichina, che era abituata a vivere nella grande comunità del formicaio dove tutti sono un po’ parenti, ascoltato il racconto di Pippo gli disse:<<Caro Pippo, capisco che per te sia difficile accettare che mamma e papà non vivano più insieme nella stessa casa, ma da noi è normale. Sai, di solito, da noi le mamme si occupano dei piccoli e i papà vanno a costruire altri formicai e, nonostante questo noi siamo una grande famiglia unita e ci vogliamo tutti bene>>. Con le sue parole, la piccola formichina fece capire a Pippo che non era colpa usa se i suoi genitori si erano separati, che a volte queste cose succedono, ma che in fondo non è un evento così catastrofico e si può vivere benissimo anche con due famiglie separate. Il piccolo scoiattolino non ne era molto convinto, però decise di riflettere un apo’ sulle parole della nova amica”.
La tempesta emotiva che deriva da una situazione simile genera una serie di distorsioni dell’evento reale che peggiorano lo stato interno del figlio. Permanere in uno stato di incertezza, confusione o ambiguità si rivela dannoso. Avere la possibilità di crearsi un’immagine reale e di ordinare pensieri ed emozioni è di grande aiuto per superare meglio questi momenti.
“Nel frattempo mamma e papà scoiattolo si erano molto allarmati per la scomparsa di Pippo, e giravano insieme per il bosco alla sua ricerca, gridando a squarciagola il suo nome. Pippo sentì in lontananza le voci dei genitori e anche lui si mise a gridare per farsi trovare, convinto di aver avuto ragione e che appena lui se n’era andato loro fossero tornati insieme. Quando finalmente mamma e papà scoiattolo riuscirono a trovare Pippo, il piccolo scoiattolino chiese ai genitori: <<Sono contento che siete tornati insieme, ma, ditemi la verità, è perché io non c’ero più vero??>>. Ma papà e mamma spiegarono con parole dolci al figlio: <<No ,tesoro abbiamo deciso di non vivere più insieme perché non andiamo più d’accordo, ma questo non significa che non continuiamo a volerti un sacco di bene, infatti siamo qui tutti e due proprio perché ti vogliamo bene e, anche se siamo separati, rimaniamo la tua mamma e il tuo papà che, uniti, vogliono dimostrarti tutto il loro amore…>>”.
Aprirsi e descrivere i sentimenti e voleri di ognuno rispetto a queste tappe delicate della separazione permettere di liberare tali emozioni e di creare un sincero scambio affettivo tra genitori e figli. È importante che i genitori trovino modo e tempo di parlare, chiarire e affrontare bene tutti gli aspetti coinvolti.
“Finalmente Pippo aveva capito di non essere lui la causa della separazione dei genitori e si sentì felice. Tornarono a casa tutti insieme e con il tempo il piccolo scoiattolino scoprì che si poteva essere felici anche avendo due famiglie, imparò ad apprezzare di poter vivere in due luoghi diversi e anche i piccoli vantaggi che l’avere due case comportava. Ebbe sempre un sacco di amici oltre a tanti nuovi fratellini con cui giocare e divertirsi sia nella famiglia di mamma sia in quella di papà”.
Per approfondimenti:
- Serra: Separazione, Divorzio, Affidamento.
- Marzotto: I Gruppi di parola per i figli di genitori separati, vita e pensiero.
- Arlati: Emozioni in fiaba.