Dal 20 al 23 Settembre si è tenuto a Verona il XIX Congresso Nazionale “Teoria e Pratica dei Casi Clinici” della Società Italiana Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC). Il Congresso si è aperto con un toccante ricordo di Giovanni Liotti, maestro e fondatore della SITCC. Nelle giornate successive si sono alternati numerosi simposi di rilievo scientifico e clinico generando un’atmosfera di grande scambio e crescita all’interno delle diverse anime della psicoterapia cognitiva italiana. Alcuni dei nostri colleghi del Centro di Psicoterapia Cognitiva di Grosseto e di Firenze hanno partecipato a varie sessioni congressuali e, nello specifico, hanno affrontato alcuni temi inerenti il Disturbo Bipolare, la noia e il trattamento della Depressione come secondario.
La Dott.ssa Lisa Lari ha presentato un primo intervento che riguardava due interventi dal titolo:
“La Noia nel Disturbo Bipolare: un’ipotesi d’intervento” che prende in considerazione le manovre psicoterapiche utili per la gestione della noia, emozione verso cui i pazienti con Disturbo Bipolare mostrano una spiccata intolleranza che può portare alla messa in atto di comportamenti disfunzionali. Tali condotte possono inoltre influenzare negativamente l’andamento dell’umore e elicitare nuove fasi di scompenso affettivo.
“Disturbo Bipolare e Disturbo Borderline di Personalità: caratteristiche cognitive, emotive e comportamentali differenziali” che riguarda un’analisi dettagliata della diagnosi differenziale tra i due disturbi. Il confronto delle due entità cliniche è stato effettuato a partire dall’analisi di 5 aree: il costrutto identitario, gli scopi esistenziali, i pattern emotivi, il dominio relazionale e i pattern comportamentali. In una prospettiva cognitivista, si è quindi cercato di delineare le unicità delle sfaccettature del disturbo dell’umore e del disturbo di personalità con l’obiettivo di facilitare e la valutazione differenziale e la scelta di interventi psicoterapici specifici.
La Dott.ssa Stefania Iazzetta ha presentato il poster “I gruppi di Psicoeducazione per il Disturbo Bipolare: un’implementazione secondo il modello CBT” che descrive il lavoro effettuato all’interno dei gruppi di psicoeducazione svolti presso l’ USL Toscana Sud Est di Grosseto in collaborazione con la Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) di Grosseto. La specificità di questo intervento risiede, da una parte, nell’implementazione del modello di Colom e Vieta con alcuni strumenti CBT. In questo senso, è stata data particolare attenzione ai contenuti mentali dei soggetti che potevano legarsi ad eventi stressanti e influenzare il decorso del disturbo. Dall’altra, sono state aggiunte delle specifiche sessioni per consentire di agire su alcuni elementi di vulnerabilità che permanevano e incidevano sul benessere dell’individuo. Le sessioni hanno riguardato un intervento sul delirio, sull’ansia e sulla noia. Sono state inoltre inserite delle tecniche di mindfulness.
Ha presentato inoltre un intervento dal titolo “Assessment e trattamento dei Disturbi Bipolari: Il Life Chart Method”. Questo lavoro presenta un utilizzo specifico della Life Chart Retrospective in un’ottica cognitivista che prevede un approfondimento dei contenuti mentali che si generano nella mente del paziente al presentarsi degli eventi fino ad individuare le credenze e gli scopi centrali per l’individuo. Questo intervento ha una duplice funzione: in una prospettiva di trattamento, consente di proporre un intervento psicoterapiaco più raffinato e ritagliato sul paziente. Sul piano della ricerca, permette di delineare un modello di funzionamento mentale del disturbo.
Il Dott. Paolo Rosamilia ha esposto un lavoro riguardante “L’inaccettabile demotivazione: un caso clinico sul problema secondario della depressione”. Il caso ha descritto come il problema del secondario, ovvero la valutazione negativa dei sintomi depressivi, diventi fattore di mantenimento dello stato depressivo. La connotazione negativa di tale sintomatologia viene percepita come minaccia allo scopo di essere una persona autonoma/autodeterminata e quindi in grado di perseguire i propri obiettivi. Essere depressi equivale ad un fallimento, il soggetto non accetta il suo stato sintomatico vissuto come conferma di inefficacia personale. La terapia incentrata sul problema secondario ha permesso di contrastare il ciclo di mantenimento della sofferenza del paziente favorendo un andamento positivo della terapia.
Per la stesura di questi lavori, il contributo dei dottori Andrea Gragnani, Marco Saettoni, Livia Wrigth e Paolo Iazzetta è stato di estrema utilità.